Marco Astorri
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Sono

Sono

Marco Astorri, un imprenditore.
La differenza tra manager ed imprenditori stà tutta nelle scelte.
L'imprenditore non amministra soltanto, ma crea e rischia. Il vero imprenditore lavora per innovare e portare ad un miglioramento nelle cose o nelle condizioni di vita delle persone. Qualsiasi cosa faccia.
Un imprenditore che guarda soltanto al proprio tornaconto privato non è un vero imprenditore perchè le "imprese" sono tali se nei piani di sviluppo viene inclusa la possibilità di dare tutto per l'azienda e contemporaneamente rischiare di perdere tutto. 
La mia missione è innovare, ricercare e costruire cose nuove.
Spingersi dove nessuno ha il coraggio di farlo. 
Soltanto in questo modo può esserci il progresso.
E poco importa se il più delle volte il destino di chi fà innovazione è amaro, contornato da chi è pronto a fare di tutto pur di fermarti. 
Il vero imprenditore non si ferma mai ed è pronto a lottare contro il passato, contro chi specula, contro chi vuole mantenere le cose così come sono.

"Ci sono cose che hanno un valore talmente grande che possono non avere un prezzo.
Per me, una di queste è la libertà di lavorare per dare una alternativa alla plastica inquinante ottenuta dal petrolio".

 

Ci siamo riusciti assieme ai migliori tecnici di tutto il mondo e con una grande squadra di collaboratori. Specialisti in ogni settore.
Il risultato di questo sforzo è Bio-on.
L'azienda è stata però fermata nel 2019 con un attacco speculativo basato su accuse false. 
Non c'è stato nemmeno il tempo di commercializzare i primi prodotti e raggiungere il 100% della produzione.
Tutto questo è avvenuto ancora prima che la giustizia abbia accertato quale sia una qualsivoglia verità.
Questo dovrebbe inquietare tutti.
Bio-on l'ho fondata, sviluppata e aperta agli investitori in 12 anni di duro lavoro. 
Siamo stati "espropriati" dalla possibilità di salvare l'azienda prima ancora che le accuse a nostro carico venissero discusse in un Tribunale.
Questi fatti mi preoccupano ed inquietano fortemente.
Come è stato possibile che tutto ciò sia accaduto in un paese democratico in una economia di mercato e in uno stato di diritto?

Questo video (7 min.) è stato realizzato nel 2022 e spiega cosa è stato fatto dal 2008 e cosa è successo nel 2019.

E' un breve documento completamente inedito, che evidenzia una serie di fatti, parte di un materiale immenso frutto di 10 anni di riprese sulla start-up, massacrata all'improvviso dalla finanza speculativa e da concorrenti industriali. 
Partendo da un articolo di Riccardo Luna, apparso nel 2021 su "la Repubblica", si è andati a ritroso ripercorrendo tutto quello che è stato fatto dal 2008 al 2019, fino agli eventi, provocati da un minuscolo fondo speculativo, con accuse che si sono già dimostrate false.
Un fatto mai accaduto prima in Italia.
In questo modo un piccolo speculatore finanziario e un potente concorrente industriale hanno contribuito in maniera decisiva a bloccare il secondo "Unicorno" Italiano. Nessuna istituzione ha tutelato l'azienda e gli investitori.
Come è stato possibile tutto questo?

ITALIA, 13 Giugno 2024_RICCARDO LUNA, GIORNALISTA (https://it.wikipedia.org/wiki/Riccardo_Luna)

 

"Bio-on è letteralmente esplosa come storia di successo imprenditoriale, corteggiata da tutti.

Mi ricordo che, qualche giorno prima della fine (nel 2019), sono stato invitato a un pranzo a Milano dove c'erano alcuni degli uomini più importanti dell'imprenditoria e della finanza italiana, che erano in fila per investire da Marco Astorri. E pochissimi giorni dopo è venuto giù tutto, tutto questo entusiasmo è sparito nel giro di pochi mesi, devo dire con una fretta che mi ha stupito.

Da un lato, noi abbiamo in Italia quasi una tendenza caratteriale alla demolizione degli idoli e Marco Astorri e Bio-on lo erano sicuramente, in quel momento, un idolo e scontavano un successo immediato, rapidissimo e anche vertiginoso dal punto di vista dei numeri. C'è stata una fretta incredibile nel demolirlo. Quasi come dire, "ma sì certo non siamo il paese delle startup, non siamo il paese degli unicorni, questa era una truffa che altro dovevamo aspettarci dall'Italia?"

Quando su YouTube è arrivato l'atto d'accusa a Bio-on io ci sono rimasto male, perché ho seguito questa storia per tanti anni, ormai la seguivo a distanza, ogni tanto mi capitava di incontrare Marco Astorri, quindi non ero direttamente coinvolto, però mi sembrava davvero una bellissima storia, che poteva anche cambiare l'imprenditoria italiana, dimostrare che in Italia si possono realizzare startup di successo mondiale.

Marco sicuramente è un entusiasta, è uno che, mi piace dire, insegue sogni, ma non mi sembrava proprio un truffatore e mi dicevo "possibile che ci sono cascato?", ma non mi tornava qualcosa. Quello che è successo è che non c'è stato nessun approfondimento, cioè a quel punto era la parola di un signore su YouTube che da New York diceva delle cose contro la parola dei due fondatori, degli amministratori e di tutti quelli che avevano lavorato in Bio-on. E lì non c'è stata nessuna par condicio, non credo che ci sia stato da un punto di vista, un accanimento verso Bio-on, ma quasi un difetto congenito del giornalismo italiano che è un giornalismo che storicamente preferisce andare al rimorchio delle procure.

L'accusa fa più notizia, l'accusa finisce in prima pagina, l'accusa è eclatante, l'accusa spesso per noi già è sentenza, senza fare nessun fact checking, senza porci nessuna domanda, senza provare a ribilanciare le cose al punto di vista della difesa.

La cosa che aveva trovato Bio-on era da questo punto di vista formidabile, uno di quei prodotti che poteva cambiare il mondo come l'ha cambiato la plastica di Natta negli anni '60, con un impatto positivo su un ambiente, senza dover cambiare i nostri stili di vita, mi viene da dire..... no? Quindi, l'ideale. Poteva, potrebbe e forse potrebbe ancora essere una cosa di formidabile successo e probabilmente questa cosa, questa sua potenzialità così rivoluzionaria, in grado anche di alterare e distruggere in senso positivo un equilibrio economico per crearne uno diverso, potrebbe aver attirato tanti nemici attorno a Bio-on. Ci sta, quelli che vivono sulla plastica o quelli che spacciano per bioplastica, bioplastiche che in realtà non lo sono.

L'indagine l'avrei aperta anche su quello di New York contemporaneamente, per capire davvero chi era la parte offesa in quella vicenda, in quel caso Bio-on era una vittima o era colpevole, l'indiziato di colpa? Io non so, non lo so, però il fatto che ancora ce lo stiamo chiedendo, ma nel frattempo Bio-on è stata fatta fallire, non mi pare la cosa ideale, né per il Paese e né ovviamente per Bio-on e neanche per il mondo, visto l'impatto che quella bioplastica poteva avere.

Sicuramente nel processo sono emersi dei collegamenti, delle amicizie, delle complicità di cui non si sapeva che tendono a farci leggere la storia in un altro modo. Cioè probabilmente è possibile che un competitor di Bio-on avesse interesse a farla saltare? Sì. E' possibile che una persona che lavorava col competitor aveva un ruolo? Pare di sì! Adesso vediamo il processo come finisce, però sicuramente aspetto con grande interesse questa sentenza.....".